L’impiego dell’energia termica riduce del 40% il volume della ghiandola migliorando così la sintomatologia dell’iperplasia prostatica benigna, una patologia che ogni anno colpisce sette milioni di uomini in Italia
Il 90% degli uomini tra i 50 e gli 80 anni è affetto da iperplasia prostatica benigna problematica (IPB). Ad affermarlo è uno studio pubblicato nel 2014 sul British Medical Journal (Rees J, Bultitude M, Challacombe B. The management of lower urinary tract symptomps in men. BMJ. 2014; 348: g3861) che riporta i dati di una patologia che ogni anno viene diagnosticata a più di sette milioni di uomini in Italia.
I suoi sintomi più comuni sono riconducibili a due fondamentali gruppi: quelli della fase di riempimento, o irritativi, e quelli della fase di vuotamento, ovvero ostruttivi. I primi sono l’urgenza e la frequenza minzionale, fino all’incontinenza, mentre i secondi consistono in un getto urinario debole e nella difficoltà ad avviare la minzione, detta esitazione minzionale, e possono arrivare fino alla ritenzione urinaria, cioè all’impossibilità di vuotare la vescica.
L’iperplasia prostatica benigna può anche presentarsi in maniera asintomatica e “per questo è importante rivolgersi al medico di fiducia e all’urologo anche in questo periodo di emergenza Covid – afferma il dottor Angelo Cafarelli, direttore dell’Unità Operativa di Urologia Robotica e Mini-invasiva della Casa di Cura Villa Igea di Ancona, tra i principali reparti di riferimento nel centro Italia per la cura dell’IPB – Nonostante il paziente pensi di avere una buona qualità di vita, la vescica potrebbe aver subito seri danni e, nel tempo, non funzionare più, con la conseguenza di dover ricorrere all’uso del catetere”.
Questa patologia si manifesta con un aumento volumetrico della prostata, (più specificatamente della ghiandola prostatica) che, schiacciando l’uretra, blocca il flusso di urina determinando un’ostruzione urinaria. Inevitabilmente, l’urina ristagna nella vescica causando una maggiore predisposizione verso infezioni delle vie urinarie e calcolosi vescicale, fino all’indebolimento della vescica e al danneggiamento dei reni. L’iperplasia prostatica benigna è, inoltre, una patologia progressiva che peggiora con il tempo e, se non adeguatamente trattata, può provocare danni permanenti alla vescica.
Oggi, l’ostruzione e l’ingrossamento della prostata, con tutta la sintomatologia che ne deriva, possono essere trattate con tecniche mini-invasive come il metodo Rezum, che impiega il vapore acqueo per ridurre il volume della ghiandola prostatica.
“Abbiamo nuove armi per combattere questo problema della salute maschile, spesso trascurato e taciuto da molti uomini per l’imbarazzo che provoca – spiega ancora il dottor Cafarelli – “Questa nuova tecnologia utilizza energia termica sotto forma di vapore acqueo, che viene iniettato attraverso l’uretra nella prostata con una procedura endoscopica non invasiva, della durata di 5-10 minuti, grazie all’utilizzo di una sonda di pochissimi millimetri di diametro. Il vapore si disperde nello spazio tra le cellule tissutali e, contemporaneamente, si raffredda e si condensa. A contatto con il tessuto prostatico, il processo di condensazione libera l’energia termica immagazzinata nel vapore e determina la naturale eliminazione delle cellule in eccesso attraverso il normale metabolismo corporeo, riducendo così, nelle settimane successive all’intervento, il volume del tessuto prostatico che occlude l’uretra fino al 40%”.
Tale metodica è indicata per casi lievi, moderati e gravi e per pazienti che non rispondono o non tollerano la terapia farmacologica. Tra i suoi indubbi vantaggi c’è la minima invasività, l’intervento in regime di Day Surgery (il paziente viene ricoverato la mattina e dimesso nel pomeriggio), la rapidità, la facilità di esecuzione, il rapido recupero funzionale oltre al mantenimento della funzione sessuale.
La scelta dell’utilizzo di questa tecnica innovativa o del trattamento chirurgico mini-invasivo dipende dalla valutazione di differenti fattori quali la gravità dei sintomi e il volume prostatico poiché, come specifica Cafarelli, “per patologie con sintomi e volumi prostatici importanti è necessario un intervento definitivo, ossia l’enucleazione prostatica con laser ad olmio, o HOLEP: una tecnica che comporta la perdita dell’eiaculazione nell’80% dei casi ma non della funzione erettile. E’, inoltre, una metodica chirurgica riconosciuta a livello mondiale come la più efficace e sicura per la quale il nostro centro è uno dei principali centri di riferimento in Italia”.
Un altro aspetto importante da non trascurare quando si parla di patologie legate alla prostata è il risvolto psicologico e di disagio psichico spesso vissuto da chi ne soffre. “Occorre tenere conto anche dell’impatto delle cure sulla sfera intima e degli aspetti psicologici e di relazione – afferma il dottor Cafarelli – Sono quindi altrettanto importanti specifici momenti di counseling, che noi della Casa di Cura Villa Igea offriamo”.
Per quanto riguarda invece la prevenzione dell’iperplasia prostatica benigna non esistono veri e propri fattori di rischio da prendere in considerazione per ridurne l’insorgenza, a parte l’essere maschio e l’età avanzata – gli uomini dopo i 40 anni subiscono un processo di ingrossamento prostatico legato alla degenerazione della ghiandola – e la familiarità, ossia se si ha padre o fratelli affetti da questa patologia. Il condurre uno stile di vita sano, benchè non prevenga specificatamente l’insorgenza di questa patologia, apporta benefici anche alla salute prostatica. Per tanto, è consigliabile non condurre una vita sedentaria, evitare cibi troppo piccanti e non abusare con l’uso di alcolici.