L’infiammazione dell’orecchio è diversa a seconda della parte interessata. Dopo i bagni bisogna asciugarsi le orecchie per prevenire otiti esterne. L’85% dei bambini ha sofferto almeno una volta di otite media
Uno dei disturbi che colpisce più frequentemente l’orecchio a tutte l’età è l’otite, “un’infiammazione con o senza infezione, acuta o cronica, monolaterale o bilaterale, che coinvolge prevalentemente l’orecchio medio o esterno” afferma Maria Grazia Troja Martinazzoli, medico chirurgo, specialista in audiologia e foniatria. Quest’infiammazione si differenzia a seconda della parte dell’orecchio interessata e si manifesta con sintomi diversi, non sono sempre tutti presenti: otalgia (dolore all’orecchio), ovattamento o fullness auricolare, ipoacusia solitamente transitoria, acufeni, prurito auricolare, autofonia, distorsione sonora, vertigini e febbre.
“L’otite media interessa l’orecchio medio, la porzione tra timpano e coclea in cui si trovano tre piccoli ossicini che trasmettono l’onda sonora, martello, incudine e staffa; può essere acuta OMA, cronica OMC (se acuta e ricorrente) o catarrale-effusiva essudativa (forma molto comune in età pediatrica e nel periodo invernale in concomitanza a infezioni delle alte vie respiratorie, a raffreddori e a faringiti)”. È tra le patologie infantili più frequenti in quanto l’85% dei bambini ha almeno un episodio di OMA. L’incidenza diminuisce intorno ai cinque/sei anni poiché con la crescita la tuba di Eustachio, condotto che collega l’orecchio medio al rinofaringe, dapprima più stretta, corta e in posizione orizzontale, cresce e si verticalizza; inoltre, i bimbi imparano a soffiare il naso in modo valido, drenando le secrezioni che non si accumulano e non si infettano più come nei primi anni di vita.
“Sotto i due anni le otiti possono essere pericolose e vanno trattate tempestivamente; i bimbi toccano l’orecchio in cui hanno dolore, spesso presentano pianto inconsolabile, inappetenza e irritabilità. Il dolore può cessare con la perforazione timpanica e la seguente fuoriuscita di muco/pus, per cui è fondamentale verificare la spontanea riparazione del timpano senza esiti. Se l’OMC compromette l’udito per un periodo prolungato, nei piccoli può contribuire alla comparsa di un disturbo del linguaggio o a renderli distratti e nervosi”. Le otiti medie possono essere favorite da alcuni fattori quali l’uso prolungato del ciuccio, la frequenza del nido, l’esposizione al fumo passivo e le patologie congenite come fibrosi cistica, sindrome di Down e palatoschisi. Si riscontra una predisposizione anche nei soggetti allergici e nei bimbi con ipertrofia adenoidea; al contrario, l’allattamento al seno, il lavaggio frequente delle mani, il soggiorno marino e le vaccinazioni contro pneumococco e virus influenzale riducono gli episodi di OMA.
“L’otite esterna, invece, colpisce il condotto uditivo esterno e può interessare a volte anche il timpano; spesso si verifica in estate, in chi frequenta assiduamente piscine e mare. Stando molto tempo in acqua la cute del condotto macera e può infettarsi con batteri, virus (ad esempio nell’otite bollosa emorragica o nello zoster oticus) e miceti causando prurito, edema iperemia, otorrea e dolore intenso esacerbato alla digitopressione e durante la masticazione. Anche il “famigerato” tappo di cerume può favorire un’otite esterna; forme croniche possono colpire soprattutto pazienti immunocompromessi, diabetici e malnutriti”. Per chi tende a formare tappi di cerume occludenti, su consiglio medico, si possono impiegare periodicamente prodotti ceruminolitici, evitando l’utilizzo di oggetti come cotton fioc e coni di cera che al posto di liberare dal senso di ostruzione, spingono l’eventuale cerume verso il timpano, compattando il tappo e causando lesioni da grattamento nel condotto che spesso possono sovra infettarsi. “Un sottile strato di cerume a parete protegge la cute molto sensibile del condotto grazie alle sue componenti lipidiche, proteiche e saline. Nelle persone predisposte a otiti frequenti è sconsigliato anche l’utilizzo di inserti auricolari per l’ascolto di musica e del cellulare”.
Con l’avvicinarsi delle vacanze è buona regola evitare tuffi e bagni se si ha un’otite e se si sono svolti recentemente interventi chirurgici a carico dell’orecchio. “In corso di otite e fino alla visita di controllo non si deve bagnare l’orecchio; in presenza di una perforazione timpanica stabilizzata è necessario utilizzare un tappo nuoto su misura da disinfettare con cura prima dell’utilizzo per evitare il riacutizzarsi dell’otite. In generale è bene asciugare sempre le orecchie dopo la doccia, il nuoto e la normale igiene quotidiana”. Un tappo di cerume a contatto continuo con l’acqua si gonfia, crea fastidio, causa un deficit uditivo e può predisporre a un’otite esterna; un controllo prima della partenza potrebbe evitare spiacevoli episodi. “Cambi improvvisi di pressione possono causare traumi e infiammazioni auricolari per una mancata o errata compensazione della pressione, ad esempio durante le immersioni o in apnea. In alta montagna meglio fare soste durante il viaggio e in aereo, durante la manovra di decollo o atterraggio può aiutare, dietro indicazione medica, spruzzare spray nasale cortisonico o comunque masticare chewing gum o deglutire spesso; ai bebè è consigliato dare il ciuccio o allattarli. In chi nota una difficoltà a compensare può essere utile svolgere cicli di ginnastica/rieducazione tubarica, approfondendo la situazione con una visita specialistica, esami audiometrici specifici ed endoscopia del rinofaringe” conclude la dottoressa Troja Martizzoli.