Prendersi cura dell’udito è fondamentale per il benessere psicofisico
La sordità è problematica molto diffusa e con un impatto notevole nella società, oltre che sul singolo individuo, in quanto mette a dura prova la capacità relazionale e comunicativa. Con il peggioramento uditivo il soggetto sente, ma non capisce ed è necessario parlargli più lentamente data la mancata concentrazione a lungo termine, l’attenzione uditiva ridotta e il rallentamento dei tempi di reazione allo stimolo. I disturbi uditivi si ripercuotono nella vita di relazione: non si riesce a dialogare e subentra l’isolamento, l’insicurezza, la tendenza alla depressione e il decadimento cognitivo per la privazione di stimoli e la riduzione di interazioni sociali.
“L’ipoacusia o sordità è l’incapacità di udire bene come le persone che hanno un udito normale” – afferma Maria Grazia Troja Martinazzoli, medico chirurgo specialista in audiologia e foniatria.
Secondo l’Istat, in Italia quasi il 20% degli adulti (circa 8 milioni di persone) ha un deficit uditivo >40 dB HL bilaterale o comunque nell’orecchio “migliore”; oltre i 65 anni di età un terzo delle persone è colpito da ipoacusia, che diventa così la seconda causa di invalidità sociale dopo quella motoria e la patologia più diffusa dopo ipertensione e artrosi. Nonostante questo, il 40% delle persone con deficit uditivo non ne ha coscienza o rifiuta di riconoscerlo e un terzo non ha mai svolto esami audiometrici.
“Un bimbo su mille nasce con ipoacusia, ma grazie allo screening audiologico pre-dimissione queste forme congenite possono essere individuate. Svolgere ulteriori accertamenti più approfonditi consente di confermare il sospetto di ipoacusia, quantificare la perdita uditiva, ricercare la causa del disturbo e soprattutto intraprendere precocemente un percorso riabilitativo che permetta al bambino di ricevere adeguati stimoli uditivi con conseguente sviluppo del linguaggio come nei bambini normoudenti”.
La sordità si suddivide in diversi gradi: ipoacusia lieve, in cui si perdono i rumori “leggeri”; media, in cui emergono distorsioni sonore; grave, quando la voce si sente solo da molto vicino; profonda, in cui la voce durante una conversazione non viene più percepita. “L’ipoacusia può inoltre interessare le alte frequenze o estendersi alle basse. Le terapie di cui ci si avvale, a seconda del tipo (trasmissiva, percettiva o mista) e del grado di perdita uditiva, sono di tipo farmacologico, riabilitativo (terapia protesica e logopedia) e in alcuni casi selezionati l’indicazione è chirurgica.”
Prendersi cura dell’udito è fondamentale per la salute e il benessere psicofisico, mantenendo uno stile di vita corretto con l’astensione dal fumo e da sostanze ototossiche che possono determinare il peggioramento dell’ipoacusia. Altrettanto importante è la protezione dall’esposizione a rumori molto forti attraverso l’utilizzo di cuffie, tappi o filtri musica.
“Le principali cause di sordità oltre all’età avanzata ed il trauma acustico acuto e cronico sono le tossicosi esogene (uso di farmaci ototossici, fumo, alcool e droghe), le infezioni, le disfunzioni e le neoformazioni dell’orecchio, l’ereditarietà, le patologie metaboliche ed autoimmuni, il diabete, l’ipercolesterolemia, i traumi cranici con frattura dell’osso temporale, le infezioni sistemiche (come meningite e parotite), i problemi vascolari a carico dell’orecchio interno o del sistema nervoso centrale, le patologie neurologiche (degenerative o tumorali), l’ipertensione e l’esposizione a metalli pesanti (mercurio, arsenico e cadmio)”.
Con l’invecchiamento è comune il graduale aggravamento della capacità uditiva. Questa condizione prende il nome di presbiacusia, una forma d’involuzione che dopo i 50 anni si evidenzia in modo più o meno accentuato in base alla predisposizione genetica del soggetto, alla quale si somma la degenerazione data dai vari insulti audio-otologici e sistemici subiti durante tutta la vita. “Fisiologicamente nella persona matura si deteriorano le cellule cigliate della coclea nell’orecchio interno, in modo permanente, bilaterale, simmetrico, graduale e progressivo; inizialmente le frequenze alte, i toni dai 3000 ai 6000 Hz, sono i primi a essere colpiti, i quali hanno un impatto sulla percezione dei suoni acuti, la distinzione delle parole dal rumore di fondo, la comprensione soprattutto negli ambienti riverberanti e nel rumore. Il paziente utilizza la lettura labiale per aiutarsi nella comprensione, data la diminuzione della capacità di localizzazione dei suoni e l’insorgenza degli acufeni. Il processo coinvolge quindi le frequenze meno acute, rendendo difficile la cognizione del linguaggio parlato anche in ambienti acusticamente non rumorosi”.
La sordità rende l’anziano più fragile, ne favorisce il deperimento fisico, diminuisce l’indipendenza, aumenta la fatica nell’ascolto ed il rischio di mortalità dopo i 75 anni.