Il sorriso, strumento di benessere

Articolo di · 2 ottobre 2019 ·

Il 4 Ottobre 2019 si festeggia la Giornata mondiale del sorriso:  un invito a compiere un gesto gentile e ad aiutare a sorridere almeno una persona che si trova accanto a noi per ricordare che ridere fa bene al corpo, alla mente e allo spirito.  A istituirla è stato Harvey Ball a Worcester, in Massachusetts, quando nel 1999 decise di celebrare la giornata per la prima volta, non immaginando che sarebbe diventata una festa adottata anche nel resto del pianeta.

Da uno studio scientifico svolto dall’American College of Cardiology di Orlando,  viene messo in evidenza che sorridere sia un vero e proprio toccasana per la salute, allenta le tensioni e lo stress quotidiano.
Ne abbiamo parlato con la Dottoressa Mariacristina Caroli, psicologa e psicoterapeuta, collaboratrice presso il Centro Berne di Analisi Transazionale Relazionale, oltre a essere collaboratrice e socia della Cooperativa Sociale Co.Esa per il servizio CoesAscolto e supervisore per la Cooperativa Sociale Universiis.

1) In che modo il sorriso interagisce generando benessere nelle persone e in chi ci sta intorno?

“Avete mai visto uno di quei montaggi in cui ci sono una serie di persone che ridono a crepapelle? O ancora più semplicemente, sei mai riuscita a stare davanti ad una persona che ridesse di gusto senza sorridere in maniera del tutto spontanea ed automatica anche tu? Il sorriso è un potentissimo strumento di benessere, proprio e altrui, tanto per una serie di condizionamenti ambientali, sociali e relazionali, quanto per una questione strettamente psicofisiologica riguardante il funzionamento dei neuroni specchio. I neuroni specchio sono stati scoperti tra gli anni ’80 e ’90 da un gruppo di ricerca italiano dell’Università di Parma, coordinato dal neuroscienziato Giacomo Rizzolatti che è partito dall’osservazione dell’attivazione della corteccia premotoria dei macachi per poi estendere la ricerca alle aree del cervello umano che presentavano lo stesso funzionamento: sono quelle cellule cerebrali in grado di attivarsi sia quando una perso

Dottoressa Mariacristina Caroli, psicologa e psicoterapeuta

na esegue una determinata azione, sia quando osserva la stessa azione compiuta da un altro soggetto. Sono quei neuroni responsabili dell’empatia, che permettono la comprensione profonda del comportamento altrui, non solo cognitiva ma anche fisico-emotiva. Della fisiologia delle emozioni positive ancora non si conoscono tutti i meandri, ma quello che ci serve sapere è che le emozioni positive, grazie al rilascio della dopamina, trasmettono uno stato di piacere e benessere. Nello specifico, una risata attiva il sistema fisiologico dello stress, provocando la produzione di sostanze come la noradrenalina, l’adrenalina e il cortisolo che innescano tutti effetti notoriamente positivi a livello corporeo. È interessantissima l’esperienza di Cousins a riguardo, citato anche da Francesco Bottaccioli (2016), il fondatore e presidente della Società Italiana di Psiconeuroendocrinoimmunologia . Norman Cousins era un intellettuale americano cui nel 1960 venne diagnosticata una malattia fortemente invalidante come la spondilite anchilosante, malattia reumatica autoimmune e ingravescente, ancora oggi difficilmente curabile. Basandosi sugli studi di Hans Selye sullo stress e sul ruolo delle emozioni negative nella genesi delle malattie, Cousins si chiese se non fosse vero anche il contrario, e cioè, se non fosse possibile che emozioni positive producessero cambiamenti chimici positivi. Così, nel 1964 iniziò la sua personalissima cura fatta di pochissime medicine, una sana alimentazione, tanta vitamina C e 10 minuti di risate più volte al giorno, prodotte dalla visione dei film dei fratelli Marx. Cousins ebbe ancora 30 lunghi anni di vita, ed una guarigione che alcuni hanno definito “miracolosa”. E se di miracoloso ci fossero “solo” il sorriso ed il buonumore?”

2) Nella storia, il primo a carpire l’importanza del sorriso fu Ippocrate, il padre della medicina, che nei suoi trattati affermò che “Da un sorriso nasce sempre un altro sorriso”. Lo ha testato nelle sua esperienza?

“Questa affermazione di Ippocrate mi rimanda immediatamente al mio orientamento, l’Analisi Transazionale Relazionale, in cui è proprio la relazione terapeutica a essere considerata il principale fattore di guarigione e cambiamento all’interno della terapia stessa. Il sorriso è fondamentale in qualsiasi tipo di relazione, in maniera del tutto automatica e viscerale riusciamo a “sentire” e a distinguere i diversi tipi di sorriso, a capire di chi ci possiamo fidare e di chi no, chi vuole il nostro bene e chi no. E molto spesso in terapia portiamo oltre a dolori e sofferenze grandissime, anche grandissime preoccupazioni, ansie o convinzioni ansiogene che magari hanno terreno fertile e si autoalimentano nella nostra stessa mente ma poco confronto con i dati di realtà. L’ironia e l’umorismo sono, in terapia, dei validi alleati: certo vanno attentamente dosati e calibrati di volta in volta e di situazione in situazione, ma spesso aiutano a ridimensionare convinzioni, tessere relazioni e creare complicità fondamentali per raggiungere l’obiettivo comune della guarigione.”

3) Esistono delle terapie basate sul sorriso?

“Esistono molte terapie basate sul sorriso, a partire dalla nota Clown Therapy di Patch Adams, attualmente impiegata in numerosissime strutture ospedaliere e non di tutto il mondo, per passare all’esperienza di Cousins di cui sopra e per finire con lo yoga della risata sviluppato da un medico indiano, il Dr. Madan Kataria, e diffusosi rapidamente, in cui la risata viene considerata di per se stessa terapeutica, senza che ci siano eventi scatenanti come gags comiche o barzellette: si inizia a ridere come esercizio fisico in combinazione con esercizi respiratori e si continua a farlo grazie al contatto oculare/relazione con gli altri partecipanti e alla gioiosità e giocosità tipiche del bambino che è in noi. Ricordo addirittura che una delle lezioni del mio corso di specializzazione in Psicoterapia Analitico-Transazionale, ormai più di una decina di anni fa presso l’Università Cattolica di Milano, venne condotta da uno degli sceneggiatori di Zelig, noto programma comico italiano.”


    Lascia un commento