Il ruolo dei giovani per raggiungere gli obiettivi di Agenda 2030 e per la ripresa dalla pandemia: volontariato, innovazione e imprese sociali.
L’impegno dei giovani per l’azione globale. Questo è il tema della Giornata internazionale della gioventù del 2020. La Giornata viene celebrata da più di 20 anni il 12 agosto, secondo quanto deciso nel 1999 dall’Assemblea generale dell’Onu che, a sua volta, aveva accolto le raccomandazioni della Conferenza mondiale dei ministri responsabili per la gioventù svoltasi a Lisbona l’anno precedente.
La Giornata internazionale della gioventù, nelle intenzioni delle Nazioni Unite, è occasione per dare spazio “alle voci, alle azioni e alle iniziative dei giovani, al pari del loro impegno, significativo, universale ed equo”.
Quest’anno l’intento è quello di evidenziare i modi in cui l’impegno dei giovani a livello locale, nazionale e globale stia arricchendo le istituzioni e i processi nazionali e multilaterali, e, allo stesso tempo, di capire come la rappresentanza e il coinvolgimento nelle istituzioni politiche possa essere significativamente migliorato. Soprattutto in un contesto di polarizzazioni nazionali in cui le istituzioni internazionali vivono una crisi di legittimazione e stentano ad agire di concerto per dare risposte alle crisi e alle sfide globali (dai conflitti alle emergenze umanitarie e sanitarie, alle sfide per il cambiamento climatico). La campagna viene portata avanti sui canali social twitter, instagram e facebook delle Nazioni Unite e attraverso discussioni fra giovani, condotte da giovani ed eventi organizzati in tutto il mondo.
Ovviamente, in corrispondenza della Giornata internazionale della gioventù, non poteva mancare da parte delle Nazioni Unite un richiamo al ruolo che i giovani possono svolgere per rispondere alla pandemia di Covid-19. Sia nel diffondere informazioni corrette, soprattutto on-line, sul virus e sui comportamenti da adottare, sia attraverso iniziative innovative di volontariato, di imprese sociali e di start-up tecnologicamente avanzate. Secondo le Nazioni Unite i giovani saranno elemento chiave per una ripresa inclusiva e per il raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030.
Coronavirus: ad aprile 1,6 miliardi di studenti non sono andati a scuola
Di contro i giovani sono anche fra i più colpiti dagli effetti del virus, soprattutto in termini di chiusura delle scuole, crisi economica e capacità di risposta dei sistemi sanitari. Istruzione, opportunità economiche e rischi di disoccupazione, accesso alla sanità in una fase cruciale del loro sviluppo, sono quindi le criticità maggiori che la pandemia ha creato per i giovani. Per farsi un’idea dell’impatto che ha avuto il Covid-19 sull’istruzione, basti dire che, ad aprile 2020, le chiusure delle scuole hanno riguardato quasi 1,6 miliardi di bambini e ragazzi di 194 Paesi (fonte Unesco), cioè il 90% degli studenti mondiali. Sul sito dell’Unesco è possibile visualizzare su una mappa la situazione dei sistemi scolastici e il numero di studenti coinvolti da metà febbraio in avanti.