Apertosi con i saluti di Raffaele Donini, il 22 ottobre 2019 si è svolto a Bologna il convegno “I significati della mutualità”, organizzato dalla Fondazione Cesare Pozzo per la mutualità.
Il vicepresidente della Regione Emilia-Romagna, Raffaele Donini, al convegno della Fondazione Cesare Pozzo
L’evento, mettendo a confronto e facendo dialogare studiosi di diverse discipline e università, ha contribuito ad approfondire il tema della mutualità, tornato di grande attualità in un contesto di contrazione delle protezioni e dei perimetri del welfare pubblico. La mutualità integrativa volontaria, basata sull’aiuto reciproco fra i cittadini, è infatti uno strumento, alternativo a soluzioni esclusivamente privatistiche, capace di estendere le tutele e affiancare il servizio sanitario nazionale per garantire il diritto universale alla salute.
Il vicepresidente della Regione Emilia-Romagna, Raffaele Donini, salutando la platea, ha premesso che l’Emilia-Romagna è una delle Regioni che non ha arretrato nelle prestazioni pubbliche e nei diritti, “una fra le prime regioni in Europa per welfare e prestazioni sanitarie”. “Il pubblico deve fare fino in fondo il suo mestiere – ha aggiunto – ma per l’ampliamento dell’offerta si pone il tema dell’integrazione pubblico-privato. Integrazione che non deve però intendersi come rinuncia dello Stato e delle Regioni agli investimenti in campo sanitario”. Secondo quanto dichiarato da Donini, l’Emilia-Romagna intende valorizzare le “migliori esperienze della mutualità per allargare ed estendere i diritti dei cittadini”. Nel suo intervento introduttivo ha voluto mettere in rilievo come la mutualità sia nata da una radice etica. Grazie alla mutualità “il cittadino non è lasciato solo al momento del bisogno”. “La mutualità – ha poi aggiunto – è un antidoto naturale contro l’individualismo e ogni tipo di discriminazione”. La mutualità, ha concluso Donini che ha anche la delega alla programmazione territoriale, è legata all’idea stessa di comunità e potrà essere coniugata anche nella rigenerazione delle città e dei territori, da perseguire attraverso “la costruzione di forme di interazioni fra i cittadini, in ottica mutualistica”: I questo modo essa diventa “un tratto distintivo del futuro”.
Si sono poi alternate le relazioni dei docenti di varie università e discipline, ognuno dei quali ha apportato alla discussione, il contributo dei propri studi specifici. Ne è emersa una pluralità di visioni e prospettive, in grado di ridare un significato concreto al termine mutualità, quale strumento per rispondere ai bisogni di chi è in difficoltà. Mentre si stanno palesando le criticità del welfare tradizionale quale è andato costruendosi nel secondo dopoguerra, gli attori profit cercano legittimamente di sfruttarle perseguendo il proprio scopo di lucro. La mutualità è, al contrario, una risposta collettiva e dal basso che riporta la soddisfazione dei bisogni su una scala di comunità, diversa da quella individuale e individualistica in cui i soggetti più deboli rischiano di rimanere senza tutele.
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