Donazione di sangue: appello ai giovani e al loro ruolo guida

Articolo di · 14 giugno 2021 ·

Un’azione che rinforza il valore del dono e della sua gratuità, inteso come adesione a ideali di vita ad esso correlati: solidarietà, volontariato e tutela della salute.

 

Le donazioni di sangue non si fermano nonostante le difficoltà legate alla pandemia. A un iniziale calo registrato a inizio emergenza sanitaria, è seguita un’importante risposta agli appelli, che durante la “fase 1” dell’emergenza sanitaria ha portato a donazioni da parte di 411.018 persone.

Secondo il monitoraggio del Centro Nazionale Sangue, nel 2020 i donatori sono stati 16.26.506, in calo del 3,4% rispetto al 2019: i nuovi donatori sono stati 355.174, in calo del 2,0% e le donne sono state 538.386 (il 32% del totale). Aumentano i donatori in aferesi, quelli cioè che donano plasma o singoli componenti del sangue, che nel 2020 sono stati 217.638 (+7,5%) mentre le donazioni sono state quasi 2,9 milioni, di cui 2,5 milioni di sangue intero e il resto in aferesi. Ogni donatore in media effettua 1,8 donazioni l’anno e risultano in calo i pazienti trasfusi, 638mila contro 603mila, mentre le trasfusioni totali sono state 2,8 milioni contro 2,9 milioni del 2019. Il sistema ha permesso comunque di garantire oltre cinque trasfusioni al minuto ai pazienti e continua a salire l’età media dei donatori, con un calo tra i 18 e i 25 anni, scesi sotto i 200mila, e di quelli nelle fasce superiori fino a 45 anni, mentre aumentano i donatori sopra questa età.

Per quanto riguarda le regioni, il Friuli Venezia Giulia rimane il territorio con il maggior numero di donatori totali in relazione alla popolazione (40 ogni 1.000 abitanti) seguito dal Molise e dalla Sardegna.

Positivo è stato, inoltre, l’aumento dei chilogrammi di plasma raccolti per la produzione di farmaci plasmaderivati (858.170 kg, quasi 14mila in più rispetto al 2018), medicinali che, se in eccedenza vengono spediti all’estero grazie al programma di donazione di oltre 40 milioni di unità di farmaci, inviati dal 2013 ad oggi a Paesi come Afghanistan, Armenia, Albania, India e in tempi più recenti anche Palestina ed El Salvador.

Il sistema trasfusionale italiano, dunque, ha retto all’epidemia di Covid, anche se continuano a registrarsi segni di logoramento visti negli ultimi anni, con un calo sia dei donatori totali sia di quelli nuovi, con l’unico segno positivo per i donatori in aferesi, probabilmente per effetto delle campagne sul plasma iperimmune. I numeri, inoltre, mettono in evidenza però che l’invecchiamento della popolazione si stia riflettendo anche sui donatori, e occorre invertire il trend per continuare a garantire le trasfusioni.

La Giornata Mondiale del Donatore di Sangue è stata istituita nel 2005 dall’Organizzazione Mondiale della Sanità e si celebra in tutto il mondo il 14 giugno, giorno della nascita di Karl Landsteiner, medico, biologo e fisiologo austriaco naturalizzato statunitense, scopritore dei gruppi sanguigni e co-scopritore del fattore Rh.

Il principale obiettivo della giornata è ringraziare i donatori volontari, non remunerati, e far crescere nel mondo la consapevolezza dell’importanza che le donazioni siano effettuate con regolarità, per poter disporre sempre di sangue ed emocomponenti di qualità da utilizzare in ambito sanitario.

Nel 2021 l’OMS ha assegnato all’Italia l’organizzazione del “World Blood Donor Day Global Event” che si tiene a Roma il 14 e 15 giugno 2021, su iniziativa del Ministero della Salute, del Centro Nazionale Sangue e delle principali Associazioni di donatori di sangue (AVIS, Croce Rossa Italiana, FIDAS e FRATRES): un modo per celebrare il ruolo dei donatori che, con la loro scelta etica, volontaria e non remunerata, periodicamente contribuiscono a salvare vite umane e ad assicurare terapie salvavita per tanti pazienti.

Particolare attenzione quest’anno è rivolta quindi alle giovani generazioni e al loro ruolo di guida, consapevoli che possono contribuire ad un forte cambiamento culturale verso la consapevolezza del valore del dono e della sua gratuità, inteso come elargizione disinteressata e come adesione ai forti ideali di vita ad esso correlati: solidarietà, volontariato e tutela della salute ma anche senso di responsabilità nei confronti di temi come l’equità e l’universalità delle cure, la collettività, la comunità, la socialità, la fiducia, le connessioni e l’altruismo.

 


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