Disturbi del sonno: casi in aumento a causa del Covid-19

Articolo di · 21 aprile 2021 ·

I soggetti che dormono poco o male sono più esposti a malattie cardiovascolari, all’indebolimento del sistema immunitario, a patologie quali ictus e infarto, all’invecchiamento precoce e soprattutto alla riduzione delle performances psicofisiche con deficit di attenzione e memoria.

 

A soffrirne in Italia è il 10 – 40 % della popolazione, dato in sensibile aumento a causa delle restrizioni imposte dalla pandemia Covid-19 che hanno generato nuovi modelli psicopatologici legati a problemi d’ansia, dell’umore e post traumatici da stress.

Per disturbi del sonno si intendono quelle patologie che si manifestano quando il soggetto dorme e che generano, spesso, importanti conseguenze sulla sua salute diurna. Nella classificazione internazionale queste problematiche vengono suddivise in sei categorie: insonnia, disturbi del respiro nel sonno, patologie da ipersonnolenza di origine centrale, disturbi del ritmo circadiano, parasonnie e disturbi del movimento nel sonno.

“A seconda della tipologia, questo tipo di disturbi può avere origini diverse –  afferma la dottoressa Giulia Milioli, 

Giulia Milioli, Neurologa-Medico Esperto in Medicina del Sonno della Casa di cura Città di Parma SpA

Neurologa – Medico Esperto in Medicina del Sonno della Casa di cura Città di Parma SpA –  Molte patologie come l’insonnia, la sindrome delle apnee ostruttive, le parasonnie e i disturbi del movimento presentano una predisposizione genetica. Le abitudini di vita e l’ambiente in cui il soggetto vive ne condizionano, invece, la comparsa. Nell’insonnia, per esempio, l’essere sottoposti a stress o il dormire in ambienti rumorosi può provocare il manifestarsi dei sintomi”.

Il consiglio dell’esperto è di regolarizzare il sonno con comportamenti che iniziano ben prima di andare a dormire poiché, come afferma la dottoressa Milioli, “un buon sonno comincia da una buona giornata. Durante il giorno, infatti, accumuliamo progressivamente il bisogno di sonno che viene poi soddisfatto durante le ore notturne. E’ quindi importante mantenere uno stile di vita sano. L’attività fisica, per esempio, aiuta non solo il corpo ma anche la mente a ridurre il livello di stress che può influenzare negativamente la qualità e continuità del nostro sonno. E’ anche importante riuscire ad introdurre nelle ore di pre addormentamento una routine rilassante che permetta al nostro cervello di staccare dalle attività che ci hanno occupato durante la giornata come ascoltare una musica distensiva, praticare esercizi di respirazione o di meditazione, fare un bagno caldo, leggere un libro, permettono così al nostro cervello di rilassarsi e godersi il meritato riposo”.  

Un buon sonno passa anche da una sana alimentazione che rientra tra i sincronizzatori della quotidianità e del sonno così come effettuare pasti regolari: la cena andrebbe consumata entro le ore 20 preferendo l’assunzione di carboidrati alle proteine.

In base alla gravità dei sintomi, una strada percorribile è anche quella di rivolgersi ad un professionista per valutare insieme il percorso da seguire. “Sono del parere che non tutti i disturbi del sonno necessitino di una terapia basata su farmaci come prima linea – afferma la dottoressa Milioli – Le linee guida per la terapia dell’insonnia indicano come primo approccio il trattamento comportamentale basato su tecniche di rilassamento, gestione dell’igiene del sonno e dell’ansia. Tuttavia, in caso di mancata risposta a tale approccio o in presenza di altre patologie del sonno, è indispensabile rivolgersi ad uno specialista che possa guidare la terapia introducendo i giusti farmaci”.

E’ utile sapere, inoltre, che un sonno disturbato può avere conseguenze anche pericolose sul fisico e sulla psiche mentre, al contrario, un buon sonno mette in atto importanti meccanismi ristoratori perché, come afferma la dottoressa “durante il sonno si assiste ad un ripristino delle scorte energetiche del nostro organismo e, normalmente, la nostra frequenza cardiaca, il nostro metabolismo e la nostra pressione arteriosa si riducono. Il cervello, inoltre, elimina nelle ore notturne le sostanze di scarto prodotte durante la giornata e consolida la memoria. I soggetti che dormono poco o male, al contrario, sono più esposti a malattie cardiovascolari come ipertensione, indebolimento del sistema immunitario, aumentata incidenza di ictus e infarto, invecchiamento precoce e soprattutto riduzione delle performances psicofisiche con deficit di attenzione e memoria”.

Dal punto di vista psichico invece, studi scientifici dimostrano che il cervello che non riposa fatica a controllare anche gli aspetti emotivi, rispondendo agli stimoli con un maggiore livello di ansia. “Se i problemi del sonno perdurano per lungo tempo, aumenta il rischio di sviluppare veri e propri disturbi mentali e anche il tono dell’umore tende a ridursi – commenta la dottoressa aggiungendo che “un sonno disturbato condiziona pesantemente la qualità della nostra vita riducendo le nostre performances psicofisiche e causando danni a lungo termine sul nostro organismo.”

Per quanto riguarda la situazione attuale legata all’emergenza sanitaria in corso, alcuni studi condotti nel corso della pandemia Covid-19, hanno portato in evidenza un incremento dei disturbi d’ansia e dei disturbi del sonno, come l’insonnia, con maggiore incidenza nelle donne, nei giovani, in chi ha problemi cronici di salute o in chi ha avuto parenti o amici colpiti dal Covid-19.

Ad incidere sul sonno sono anche le tante ore trascorse davanti a dispositivi elettronici come cellulari e tablet per necessità legate alla didattica a distanza o al seguire eventi o corsi disponibili solo in modalità online. “La luce emessa dagli schermi dei devices elettronici condiziona il nostro sonno in quanto inibisce la secrezione della melatonina – commenta la dottoressa Milioli –  Una bassa produzione di tale ormone può creare sia difficoltà nell’addormentamento e sia un sonno frammentato e di ridotta qualità. E’ quindi importante limitarne l’uso nelle ore antecedenti il sonno o utilizzare filtri selettivi per la luce blu collocati negli schermi”.

Altro capitolo degno di nota è il sonno nei bambini. Da quando nascono, è risaputo che il dormire rappresenti un aspetto fondamentale del loro equilibrio e della loro crescita. I disturbi del sonno nei bambini possono infatti avere conseguenze anche molto importanti sulla loro salute. Ad esempio, i bimbi che presentano apnee notturne possono andare incontro a un incremento della pressione arteriosa nelle ore diurne e notturne e presentare spesso iperattività e deficit di concentrazione. A tale proposito, l’esperto consiglia di consultare il proprio pediatra per affrontare il problema il prima possibile evitando così conseguenze a lungo termine sulla salute.

Parlando sempre di bambini, occorre affrontare anche il tema del sonnambulismo, ossia una parasonnia che si manifesta, almeno una volta nella vita, in una percentuale compresa tra il 15 e il 30 per cento dei bimbi e che dopo i 10 anni di età tende a diminuire per sparire per lo più nella pubertà.Il sonnambulismo è un fenomeno di sonno paradossale in cui parti del cervello si risvegliano permettendo al soggetto di compiere azioni e movimenti come se fosse in piena veglia mentre altre parti del cervello continuano a permanere in uno stato di sonno rendendo l’individuo incapace di serbare ricordo dell’accaduto il giorno seguente – conclude la dottoressa Milioli.


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