Covid-19: effetti preoccupanti per gli aiuti umanitari

Articolo di · 18 agosto 2020 ·

L’ emergenza sanitaria Covid-19 ha reso ancora più difficili le condizioni di paesi che dipendono quasi totalmente dagli aiuti umanitari.

 

Promuovere la sicurezza di chi opera in attività di aiuto umanitario e che ogni giorno supporta milioni di persone in tutto il mondo affrontando pericoli e avversità, animati da un grande spirito di solidarietà. E’ l’obiettivo alla base della celebrazione della Giornata Mondiale degli aiuti umanitari istituita dall’Assemblea Generale nel 2009, con la Risoluzione A/RES/63/139, in ricordo dell’anniversario del bombardamento della sede delle Nazioni Unite a Baghdad nel 2003 durante il quale morirono ventidue persone.

Ogni anno, questa giornata si concentra su un tema, riunendo partner di tutto il sistema umanitario per difendere la sopravvivenza, il benessere e la dignità delle persone colpite dalle crisi e ricordare chi ha perso la vita soccorrendo le persone più povere, emarginate e vulnerabili.

Quest’anno, il già difficile lavoro svolto dagli operatori umanitari è stato reso ancora più impegnativo dalla pandemia Covid-19 e, proprio per questo, in questo anniversario, si vuole maggiormente rendere omaggio ai #RealLifeHeroes, gli eroi della vita reale,combattentiumani, e non supereroi, che spesso provengono dalle stesse comunità che hanno più bisogno di sostegno.

Le esperienze di chi agisce in prima linea testimoniano infatti l’importante operato di chi fornisce spazi sicuri per donne e ragazze, procura da mangiare a persone coinvolte in conflitti, contribuisce a far partorire bambini offrendo, in caso di emergenze sopraggiunte, servizi nei campi profughi.

L’attuale emergenza sanitaria ha, inoltre, messo ancora più a rischio la situazione di paesi che per la sopravvivenza della popolazione dipendono quasi completamente dagli aiuti umanitari. Le agenzie delle Nazioni Unite, i gruppi di aiuto e gli esperti internazionali hanno infatti avvertito che le restrizioni per far fronte alla pandemia da Covid-19, che hanno provveduto a chiudere i confini e i porti, stanno limitando fortemente i movimenti di personale chiave in Africa, Sud America e Asia, creando un effetto a catena molto problematico in paesi che già soffrono per conflitti, eventi climatici estremi e altre crisi.

Ulteriore conseguenza di questa pandemia è il rendere ancora più vulnerabili le condizioni di alcune fasce della popolazione come le persone anziane, quelle senza accesso all’acqua e ai servizi igienici, quelle con condizioni preesistenti che appaiono particolarmente vulnerabili al virus o le condizioni di donne e bambini che hanno difficoltà ad accedere all’assistenza sanitaria e al loro sostentamento, all’istruzione e ad altro supporto critico e che spesso richiedono un maggiore bisogno di protezione per l’aumento dei casi di violenza domestica e di genere.

Parlando invece di numeri, la Commissione europea ha di recente stanziato un importo supplementare di 50 milioni di euro in aiuti umanitari per far fronte al drammatico aumento del fabbisogno causato dalla pandemia di Covid-19. I nuovi finanziamenti sono stati destinati in particolare alla regione del Sahel e del lago Ciad, alla Repubblica centrafricana, alla regione dei Grandi Laghi in Africa, all’Africa orientale, alla Siria, Yemen, Palestina e Venezuela e contribuiranno ad agevolare l’accesso ai servizi sanitari, ai dispositivi di protezione, alle risorse idriche e ai servizi igienico-sanitari.

Per quanto riguarda i Paesi dell’Africa meridionale, sempre la Commissione europea ha recentemente destinato un importo pari a 64,7 milioni di euro che dovranno servire per far fronte alla pandemia ma anche alla siccità persistente. L’intervento è stato voluto anche alla luce dei dati diffusi dall’Organizzazione mondiale per la sanità – Regione africana (esclusi quindi Marocco, Egitto, Tunisia, Libia, Somalia e Sudan che fanno riferimento all’ufficio della Regione Mediterraneo orientale): i contagi sono circa 600 mila, con 9.650 i decessi. Il Sud Africa resta il paese il più colpito con il 61% dei casi (364.328) e 5.033 morti. In termini di percentuali il secondo Paese per contagi è la Nigeria, con oltre 36mila casi e 789 decessi. Se si sommano i casi degli altri cinque Paesi africani si arriva a quota 750mila e circa 15mila decessi.

Per l’effetto a catena drammatico creato dall’emergenza santairia Covid-19, gli operatori umanitari stanno superando ostacoli senza precedenti per assistere le persone in crisi umanitarie in 54 Paesi, così come in altri nove Paesi che sono stati catapultati nel bisogno da questa pandemia. Eroi reali spinti da quattro fondamentali principi: umanità, imparzialità, neutralità e indipendenza.

#RealLifeHeroes per l’appunto, ossia chi, nel silenzio e nell’anonimato, si spende in prima persona per aiutare le persone in stato di bisogno, rischiando spesso anche la vita.


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