La Società nazionale di Mutuo Soccorso Cesare Pozzo insieme con SMA Modena su TRC partecipa a questo primo incontro alla tramissione “Detto tra noi” per affrontare, spiegare ed approfondire il vasto tema della sanità pubblica e privata, i costi della salute e le possibili coperture sanitarie integrative mutualistiche.
I partecipanti a questa puntata sono Marco Grassi, responsabile della comunicazione per la Mutua Sanitaria CesarePozzo e Gerardo Bianchi, direttore SMA di Modena. Una sigla che fa riferimento ad una realtà che si occupa di sanità integrativa.
Durante la puntata ci sarà anche l’interessante intervento del Professor Massimo Campedelli, sociologo, ricercatore e curatore della rivista Politiche Sanitarie, che ci aiuterà ad inquadrare il contesto attuale della sanità in Italia.
Di seguito potrete trovare la trascrizione completa della prima trasmissione.
Detto Tra Noi: Prima Puntata
Per non impazzire tra i tanti dilemmi e le difficoltà che la nostra società ci pone, possiamo individuare delle soluzioni che sollevino noi tutti dalle preoccupazioni principali. In questo nostro tempo così segnato dalle difficoltà economiche ci sono anche beni e diritti fondamentali come quello della salute, per esempio, che vengono minati proprio dalle ristrettezze economiche.
Quando si parla di sanità, oltre all’aspetto più pratico, dobbiamo tenere in considerazione il fatto che la salute è rinosciuta dalla nostra costituzione come un diritto fondamentale e inalienabile legato proprio all’individuo, argomento di questo parliamo ora meglio con i miei ospiti cui do il benvenuto.
Si tratta di Marco Grassi, responsabile della comunicazione per la società CesarePozzo e Gerardo Bianchi, direttore SMA di Modena. Una sigla che fa riferimento ad una realtà che si occupa di sanità integrativa.
Cosa si intende per Sanità integrativa?
Inanzitutto inquadriamo il tema, ho fatto riferimento brevemente alla salute degli individui prima ancora che dei cittadini, un diritto che si lega all’essere persona, e non solo come titolare di diritti. Una condizione sacita dalla Costituzione che però viene messa a dura prova dai problemi economici e qui correte in aiuto voi.
Gerardo Bianchi:
Ha introdotto un argomento, che è quello della Costituzione, che sancisce di fatto il principio dell’universalità e il diritto del cittadino che lo stato lo curi e lo assista nel momento del bisogno e questo è il principio di ordine generale che guida l’assistenza pubblica: costituito dal servizio sanitario nazionale e dal servizio sanitario regionale. Questi enti intervengono sui cd livelli essenziali di assistenza, i LEA, quelle cure primarie ed essenziali per le quali lo stato fornisce questo servizio a titolo gratuito qualora ci siano delle esenzioni dovute ad esempio a patologie particolari oppure a fronte di una compartecipazione, piccola o grande che sia soprattutto a fronte degli incrementi che ci sono stati recentemente per i ticket, incrementi legati alle fasce di reditto e diversificati per le singole regioni proprio perché fanno capo a caratteristiche diverse.
Evidentemente queste sono le prestazioni che vengono offerte dallo stato, nello specifico è l’artico 32 della Costituzione è quello che sancisce il diritto del cittadino a essere tutelato ed assistito e questo è quello che lo stato fornisce, con le limitazioni, i problemi, le condizioni ed i tempi lunghi di attesa che sappiamo benissimo che ormai è quoditiano questo tipo di riferimento.
Ragione per cui molto spesso a fronte di ritardi, lungaggini e le condizioni stesse del servizio si tende a richiedere qualche cosa di diverso, che significa accedere alla sanità privata. Qindi parliamo di assistenza sanitaria integrativa, che sostanzialmente sono forme di assistenza che affiancano il cittadino nel momento in cui sostiene una spesa economica per accedere alla prestazione di carattere sanitario. Queste forme possono essere considerate completamentari qualora intervengono a sostegno del cittadino che già è utilizztore del ssn, ma potrebbe anche esser sositutivo al servizio sanitario nazionale qualora il cittadino decidesse di utilizzare forme di sanità privata, poliambulatori, o tramite le stesse strutture ospedaliere attraverso la libera professione. Queste forme di assistenza sono la caratteristica di attivà proprio delle società di mutuo soccorso, a cui la SMA appartiene.
Chi era Cesare Pozzo, perchè la società porta questo nome?
Marco Grassi:
Cesare Pozzo è stato uno dei primi attivi soci dei questa organizzazione, che in origine aveva un altro nome, Società dei macchinisti e fuochisti dell’alta italia, questa nostra organizzazione nasce nel comparto delle ferrovie che, a fine 800 quando venne fondata la CesarePozzo, era la realtà lavorativa più organizzata e strutturata. Il tutto prende il via quando una quarantina di lavoratori delle ferrovie di allora decisero di fare cassa comune, cioè di mettere parte della loro retribuzione insieme per aiutarsi a vicenda quando uno di loro avesse avuto un problema di salute grave, un decesso o per aiutarsi a sostenere i costi dell’istruzione dei loro figli.
Se facciamo un attimo riferimento ad allora, non c’erano strutture come l’inps, l’inail o altre forme di protezione sociale, la scuola non era universale e non era gratuita, per cui tutto ciò comportava un peso per le famiglie che volevano avere una protezione oppure investire sulla formazione dei propri figli. Cesare Pozzo, che non è tra i fondatori della prima ora, è però uno dei primi attivisti importanti che insieme ad altri inziò a dare una organizzazione all’associazione e a dare una dimensione anche politica a questo tipo di scelta di partecipazione dei lavoratori.
Nel corso degli anni il nome della società è cambiato diverse volte e nel secolo corso, a metà del 900, si è voluto dare questa titolarietà a Cesare Pozzo come colui che ha inizato a segnare un tracciato che tutto oggi si percorre
Che cosa si intende per sanità integrativa e quand’è che il cittadino si rende conto che devo inziare a considerarla?
Gerardo Bianchi:
E’ un argomento un po’ particolare perchè si affronta il tema della salute che è sempre bene approfondire, bisogna partire dal presupposto che comunque ci si può ammalare, per cui evidentemente si avrà bisogno di sostenere dei costi, di affrontare delle spese più o meno rilevanti, di conseguenza è una valutazione oggettiva e soggettiva del fatto di dire voglio appoggiarmi a qualcuno che mi permetta di affrontare questi costi. Visto la crisi degli ultimi anni però è sempre più costume comune quello di rinunciare a questo tipo di prestazioni, in merito a prevenzione ed odontoiatria soprattutto, visti i costi che si sostengono per accedervi. Affrontare il tema della prevenzione e della odontoiatria evidentemente è una valutazione di dire, penso di affiancare a me qualcuno che mi sostenga in un determinato momento o situazione sperando poi di non averne bisogno, perchè il principio è sempre questo. Nelle assicurazioni c’è un obbligo di legge di assicurare, ad esempio, la macchina, capiti qualcosa o meno, nelle mutue prevalentemente è volontaria, per cui il cittadino valuta le opportunità, le condizioni e le situazioni e poi decide volontariamente se aderire o meno ad una società di mutuo soccorso.
Per inquardare questa opportunità in un contesto attuale, sentiamo le considerazioni di un sociologo , il Professor Massimo Campedelli intervistato dalla nostra Federica Galli, poi torniamo a riflettere sulla tematica in studio.
Federica Galli
Siamo come il Professor Massimo Campedelli, sociologo, ricercatore e curatore tra l’altro dalla rivista Politica Sanitaria. Professore da tanti indicatori sappiamo che le politiche di welfare in italia necessitano di risorse economiche importanti che, in questi ultimi anni, sono andate calando, nello specifico il settore della sanità, a che punto siamo, come siamo messi?
Massimo Campedelli
Anche la sanità è stata coinvolta in modo significativo in questi piani di ristrutturazione dell’attività e della spesa, in questo senso la sanità è dentro la tendenza generale, ci sono dei dati in particolare che meritano di essere evidenziati, il primo è che lo stato Italiano da sempre ha una spesa sanitaria complessiva, pubblica e privata, più bassa dei paesi a noi omogenei, come Francia e Germania.
Secondo l’OXE, l’organismo internazionale che si occupa di economia e sviluppo, se ragioniamo in termini di spesa a parità di potere d’acquisto mentre Francia, Paesi Bassi e Germania si muovono attorno a 4.500 dollari pro capite, noi ci muoviamo attorno ai 3000 dollari pro capite, questo vuol dire che considerando anche il livello di salute piuttosto alto a confronto degli altri paesi, il nostro sistema con tante difficoltà sta dando e ha dato risposte importanti ai bisogni di salute della popolazione. E questo è un punto chiave, fino a che punto può reggere questo sistema?
Il sistema pubblico in particolare, perchè anche in questi giorni come avrete visto e sentito nelle informative che stanno girando, di nuovo si parla di come coprire la spesa del fondo sanitariao nazionale, quella pubblica, e di come garantire quel trend di attività sanitaria di cui la cittadinanza ha bisogno. Aggiungo un elemento che a me pare molto importante, il nostro sistema sanitario è molto differenziato, un conto è rivolgersi al sistema sanitario dell’Emilia Romagna ed un altro è rivolgersi dove la certezza della prestazione è molto meno garantita. Ci sono sicuramente problemi di corruzione un po’ d’appertutto, problemi di sprechi e di uso improprio della sanità pubblica, cioè si fanno troppe analisi o troppe prescrizione quando non si consumano in modo adeguato o quando non sono necessari, anzi a volte sono pericolosi. Questi comportamenti rischiano di diventare un problema più che una risposta.
Detto tutto questo mi pare utile sottolineare come insieme al dato oggettivo, il confronto con gli altri paesi europei, il dato concreto che abbiamo noi oggi dal punto di vista della percezione degli italiani, è che, nonostante tutto, 2/3, cioè il 60-65% degli italiani a seconda di come vengono fatte le indagini, ritengono molto o molto buono il servizio sanitario nazionale, e questo è un elemento su cui riflettere.
Si parla di nuovi tagli alla sanità, di appropriatezza della cura, si fanno avanti ovviamente anche i riferimenti ai servizi offerti da operatori privati, questo può portare vantaggi ma anche rischi ai cittadini?
Massimo Campedelli
Non c’è dubbio che dipende a chi ci riferiamo quando parliamo di operatori privati, è chiaro che parlare di sanità privata vuol dire parlare del dentista, del fisioterapista, ma vuol dire anche parlare delle cliniche accreditate che operano per conto del servizio sanitario nazionale, oppure delle cliniche private in senso stretto. Il campo è molto vario e bisogna stare attenti a generalizzare, il dato che noi abbiamo, anzi i due dati significativi sono:
1) l’anno scorso secondo l’istat l’11% degli italiani ha rinunciato a prestazione del servizio sanitario nazionale, di questo 11%, il 5% ha rinunciato perchè c’erano liste di attesa troppo lunghe o in generale per motivi di non corrispondenza dalla risposta sanitiaria alle loro esigenze, il restante 6% ha rinunciato perchè i ticket son troppo cari,
2) il problema della spesa privata è un problema che si innesta prima di tutto con il problema delle disuglianzae che stanno crescendo nell’accesso ai servizi sia pubblici che privati
Da sociologo/ricercatore infine le chiedo un parere all’esperienza di welfare di comunità che vedono in rete cittadini, imprese e operatori sanitiari privati in organizzazioni come le società di mutuo soccorso.
Massimo Campedelli
Io credo che questo sia un punto chiave, dobbiamo fare in modo che non tanto l’offerta privata, ma i cittadini che spendono con il proprio portafoglio per ottenere servizi privati non siano lasciati soli, l’idea di organizzare i cittadini, da cui le mutue, in modo tale che non si trovino soli nel momento del bisogno, abbiamo qualcuno con cui solidarizzano e condividono il rischio sanitiario, il bisogno che hanno, questo è sicuramente un elemento chiave anche nell’interesse del servizio pubblico nazionale.
Questo il quandro delinato da Massimo Campedelli, i cittadini che non possono essere lasciati soli e soprattutto quando si tratta di prestazioni sanitarie ma…
Qual è la differenza tra un piano sanitario ideato da una mutua rispetto a quella ideato da una assicurazione?
Gerardo Bianchi:
In parte Marco aveva già ripreso alcuni elementi fondamentali delle società di mutuo soccorso, elementi che diventano un po’ la contrapposizione non tanto ai piani sanitari ma i prinicpi che regolano le due istituzioni, da una parte le mutue e dall’altra le assicuraizoni. Inanzitutto abbiamo un fattore rilevante che il cittadino che entra nelle mutue è un socio con tutti i diritti e anche i doveri che ne conseguono, può partecipare alle assemblee e agli organi statutari di una società di mutuo soccorso e quindi può incidere anche negli indirizzi e negli orientamenti e nelle definizione per il futuro. Chiaramente il rapporto con un’assicurazione è una cosa diversa, tu sei un cliente, acquisisci un prodotto ed il rapporto che ne consegue è diverso. Con le società di mutuo soccorso è molto personale, il socio telefona, va alla sede regionale, rapporto che invece diventa molto impersonale quando acquisti un piano assicurativo.
Altri due elementi di differenziazione sono che il socio di una società di mutuo soccorso rimane iscritto finchè vuole lui, con invece i piani assicurativi c’è lo scioglimento al raggiungimento di una determinata fascia d’età, ne tantomeno la società di mutuo soccorso può espellere il socio nel caso in cui utilizzi i sussidi in maniera eccessiva in rapporto a quanto versato. L’ultimo aspetto che vorrei sottolineare nella differenziazione è che le mutue sono società no profit, tutto quello che può essere un utile mutualistico derivato dalla sommatoria tra incassi, contributi e spese viene reinvestite in riserve e utilizzato per far fronte alle ulteriori necessità che si troveranno in futuro. Non diamo dividendi, non renumeriano il capitale fornito dagli azionisti con eventuali utili. Questo è un principio fondamentale perchè si rispetta la figura del cittadino e si rispetta il principio mutualistico “oggi ho bisogno io, domani hai bisogno tu, ci mettiamo insieme per dare una risposta ai nostri bisogni”. Sma nasce a Modena per dare delle assitenze al mondo dell’imprenditoria, dell’artigiano e del commerciante, che allora non aveva le tutele odierne.
La sanità integrativa ed il servizio sanitario regionale si relazionano? Sono complementari o in antitesi?
Marco Grassi
Le nostre attività si definiscono di sanità integrativa ed usiamo questo termine non a caso, esperienze di altra natura ed imprese for profit, come le assicurazioni sanitarie, usano invece proporre soluzioni e piani sanitarie e coperture indirizzate ad un consumo della sanità privata come prima scelta. CesarePozzo individua nel sistema pubblico, anche regionale, il primo luogo e strumento che comunque i nostri soci sono invitati ad utilizzare. Per cui nei nostri piani sanitari le prestazioni in forma diretta o i sussidi che vengono dati ai soci per aiutarli a sostenere le spese del ticket, quindi per consumo di sanità del sistema pubblico, sono sempre previsti. Questo è un primo elemento, c’è ed è al primo posto, per dare concretezza a questa dichiarazione noi facciamo in modo che i rimborsi che sono dati ai nostri soci che utilizzano il sistema pubblico siano maggiori dei rimborsi che diamo invece ai soci che, per loro scelta personale, volessero utilizzare un centro sanitario privato. Il socio che sceglie un privato riceverà comunque un sussidio, ma un po’ inferiore rispetto a chi scegli il sistema pubblico.
Oltre a questi due dati quantitativi, c’è un aspetto di scelta di campo, il sistema pubblico deve essere valorizzato però non è più un sistema che risce a coprire tutti gli aspetti e i bisogni, soprattutto in ambito preventivo, che noi possiamo avere. In diverse regioni di Italia c’è un programma di prevenzione oncologica rivolto alle donne, in alcune regioni da 35 anni in su, in altre da 42 o 45 in su, e questi programmi sono tutti a carico del sistema regionale, però – dati statistici alla mano – vediamo sempre più che una prevenzione effettuata tra i 25 ed i 35 anni abbatte di circa 1/3 il rischio di un fenomeno oncologico. In quella fascia di età però questi esami non sono più coperti dal ticket, in questo caso i piani sanitari di CesarePozzo sono fatti e pensati per offrire coperture di prevenzioni in quella fascia di età che il sistema pubblico non copre. Elementi di quantità e di qualità cercano di essere la concretizzazione dell’affermazione che le nostre sono attività integrative e non alternative al servizio pubblico.
Questi aspetti mettono sicuramente chiarezza per chi vuole avere maggiori informazioni ed un quadro più chiaro del mutualismo. Questo è un primo incontro e piano piano approfondiremo la conoscenza di queste tematiche e queste realtà.