Un servizio di accoglienza per persone autosufficienti e per il futuro un progetto per persone con decadimento cognitivo in una cascina confiscata alla criminalità organizzata: attività agricole per la cura e l’inclusione sociale, in un contesto integrato in cui operano varie progettualità
Una piccola comunità per persone affette da Alzehimer nella campagna alle porte di Milano, all’interno di una cascina confiscata alla criminalità organizzata. È il progetto Casa Chiaravalle – Villaggio Alzheimer Green a cui punta la cooperativa sociale Genera Onlus per l’area di Casa Chiaravalle. Il progetto è pronto, ma non si prevede che possa partire prima del 2022, perché attualmente non sono possibili accreditamenti di questo genere da parte di Regione Lombardia. Al momento infatti, Regione Lombardia sta valutando ìle sperimentazioni in corso di Villaggi Alzheimer, una delle quali è in capo proprio alla cooperativa Genera. Solo terminato questo iter di valutazione del servizio, sarà possibile procedere con gli accreditamenti di nuove strutture.

Casa Chiaravalle, confiscata alla criminalità organizzata e affidata a un consorzio di cooperative sociali
La cascina, coi suoi 1.600 mq di edifici, due ettari di boschi e sei di terreni agricoli, rappresenta il più grande bene confiscato alla criminalità organizzata in Lombardia.
Di proprietà del comune di Milano, la cascina è stata affidata nel 2018 al Consorzio Passepartout. Oltre a Genera, ne fanno parte le cooperative sociali FuoriLuoghi (comunità di minori), La Cordata (residenzialità temporanea) e Tuttinsime (gestione della casa).
L’obiettivo dichiarato di Genera è quello di “far tornare a vivere questo luogo restituendolo alla collettività e facendo sì che diventi un punto di riferimento per la comunità”.
“Crediamo fortemente nel senso di comunità e nei valori sociali che ne fanno parte”, specifica Andrea Coden, responsabile dell’area anziani di Genera, “una comunità che protegga l’individuo fragile e che superi le limitazioni imposte dalla malattia, insieme alla grande rete di protezione formata da tutte le istituzioni che si occupano dei diritti e della cura delle persone affette da decadimento cognitivo”.
La cooperativa sviluppa da molti anni interventi domiciliari con i malati di Alzheimer e di supporto ai famigliari e gestisce un Centro Diurno Integrato e un villaggio Alzheimer in un’altra zona cittadina, con lo scopo di “generare comunità superando i limiti che la malattia di Alzheimer costruisce intorno al malato”.
Secondo i più recenti dati di Alzheimer Europe, nel 2019 in Italia le persone con Alzheimer erano 1.279.000, cioè il 2,12% della popolazione. Le stime indicano che saranno 1.460.000 (il 2,44%) nel 2025, e 2.247.000 (il 4,13%) nel 2050. L’incremento della percentuale rispetto alla popolazione complessiva, è dovuto alle previsioni di decremento demografico del nostro Paese, con conseguente aumento del peso relativo degli over 70. In tutta Europa le persone con demenza potrebbero passare da 9,78 milioni a 18,8 milioni nel 2050.
Nell’ultimo rapporto di Alzheimer Europe sulle politiche sulla demenza in 36 Paesi europei (European Dementia Monitor 2020), il quadro italiano è complessivamente migliorato, salendo da metà classifica al 10° posto (i primi tre sono di Svezia, Regno Unito e Belgio), con ottimi punteggi sui diritti legali delle persone con demenza e dei loro familiari e sulla partecipazione alle ricerche europee sulla demenza.
L’Italia, tuttavia, rimane a meno di metà classifica per l’accessibilità dei servizi, con criticità importanti per le cure domiciliari, l’assistenza diurna e i centri residenziali. Ancora meno bene per quel che riguarda il sostegno pubblico alle cure: più del 50% dei servizi sono completamente a carico delle famiglie.
Grazie all’esperienza maturata con le persone affette da Alzheimer e per rispondere a questa forte domanda di servizi, Genera ha progettato Casa Chiaravalle -Villaggio Alzheimer Green che, come spiega Coden, è pensato per essere “una piccola comunità per persone affette da decadimento cognitivo di grado medio grave, in un contesto agricolo, nella prima periferia milanese, dove ritrovare ritmi e occupazioni legate alla terra e alla cura degli animali. Una formula innovativa, che contribuisce a ridisegnare, insieme all’esperienza sulla patologia, un nuovo modello di cura”. Il tutto in un contesto integrato con le altre realtà che abitano Casa Chiaravalle.
La risposta ai bisogni delle persone fragili si basa sul Metodo Gentlecare, focalizzato sull’unicità della persona e sul suo benessere, tramite la costruzione di un habitat favorevole.
L’idea è quella di un progetto in cui la ricerca del benessere degli ospiti affetti da decadimento cognitivo passi attraverso attività legate alla natura, come la coltivazioni dell’orto e l’accudimento di animali.
“Il contatto con la natura – dice Coden – suscita risposte emotive e cognitive di tipo rigenerativo e contrasta i ‘disturbi da ambiente chiuso’. Riduce ansia e stress. Favorisce la socializzazione e aumenta l’autostima”.
La produzione agricola, inoltre, ha il doppio vantaggio di permettere agli ospiti di consumare ortaggi e frutta a chilometro zero e di integrare la struttura con gli abitanti del territorio circostante, svolgendo un ruolo di cura, riabilitazione e inclusione sociale.
Inoltre, “il contatto con gli animali rappresenta un metodo ben studiato per incrementare il benessere psichico delle persone, in particolare di quelle affette da demenza. Il rapporto con gli animali spezza l’isolamento cui spesso sono condannate le persone con demenza grazie al ‘legame affettivo’ creatosi fra uomo e animale”.
Una foresteria per anziani per il periodo estivo

In attesa dell’accreditamento per il villlaggio Alzheimer, è attiva un servizio di foresteria estiva per anziani
“In attesa che si possano accreditare nuovi servizi presso Regione Lombardia”, aggiunge Coden, “abbiamo deciso di lavorare comunque in questo specifico contesto, facendo partire il progetto Cascina Grace, un’attività di foresteria per accogliere in forma temporanea persone autosufficienti sopra i 65 anni di età. Si tratta di ‘ricoveri di sollievo’ per il periodo estivo, quando le famiglie si spostano e ci sono anziani soli che hanno bisogno di essere accompagnati”. Ai classici servizi ricettivi, infatti, la cooperativa ne affianca altri di tipo assistenziale, quali visite o servizi infermieristici.
“È una sorta di luogo di vacanza – spiega Coden – per anziani che hanno bisogno di socialità. L’idea è quella di offrire qualcosa di bello, oltre che di molto tutelante”. Anche in questo caso, come per il prossimo villaggio Alzheimer, sottolinea Coden, “l’aspetto interessante è quello dell’accoglienza integrata con le progettualità delle altre cooperative. Ciò permette agli anziani di interagire, in ottica intergenerazionale, con tutte le persone che abitano questo luogo”.