AIDS: numeri in calo nel 2018

Articolo di · 29 novembre 2019 ·

La Giornata mondiale contro l’AIDS 2019 si celebra con un dato incoraggiante: nel 2018, dopo tre anni di lenta ma costante discesa, le diagnosi sull’HIV hanno registrato un significativo calo e a dirlo sono i dati forniti dall’Istituto Superiore di Sanità.

Secondo la LILA (Lega Italiana per la lotta contro l’AIDS) questo significativo calo è da attribuire all’impatto protettivo che la TasP, Treatment as Prevision, comincia ad avere sulla popolazione.

La Giornata mondiale contro l’AIDS, che si celebra in tutto il mondo il 1 dicembre, è stata la prima giornata mondiale della salute ed è divenuta una delle principali ricorrenze oltre ad essere una grande opportunità per sensibilizzare sul problema, esprimere solidarietà alle persone affette da questa sindrome e commemorare coloro che hanno perso la vita, anche a causa di malattie correlate. Nel mondo sono circa 36,7 milioni le persone che hanno contratto il virus e, nonostante la sindrome sia stata identificata nel 1984, oltre 35 milioni di persone sono morte a causa dell’AIDS.
Tra le ragione del persistere di questa sindrome c’è sicuramente la scarsa consapevolezza e conoscenza a livello mondiale di come prevenirla che genera, tra le altre conseguenze, anche gravi forme di discriminazione nei confronti dei malati.

Il nuovo rapporto di UNAIDS mostra che l’accesso alle cure è aumentato in modo significativo riducendo la trasmissione di circa il 97%, soprattutto dalle madri ai bambini. Oggi però, la sfida è quella di garantire che i 17,1 milioni di persone bisognose di cure, tra cui 1,2 milioni di bambini, possano accedere ai medicinali. Per questo risulta fondamentale mettere la prevenzione dell’HIV come priorità nella programmazione della sanità pubblica, in particolare nei paesi in cui le infezioni da HIV sono in aumento.

UNAIDS, inoltre, con lo  slogan “Communities make the difference”, ha dedicato la World AIDS Day 2019 al ruolo insostituibile che le associazioni e le community hanno, e dovranno avere, per il raggiungimento degli obiettivi ONU 2030: sconfiggere l’AIDS entro il prossimo decennio. Per questo dal programma ONU per la lotta all’AIDS arriva un importante appello agli stati membri affinchè sostengano, anche finanziariamente, le attività della società civile.

La situazione in Italia però non è molto positiva, anzi volge addirittura nella direzione opposta. In Italia si destinano meno risorse per i servizi pubblici preposti, meno risorse per i programmi della società civile, nulla sulla riduzione del danno, nulla per sostenere le innovative azioni previste dal Piano Nazionale AIDS del 2017, ancora inapplicato. Secondo Massimo Oldrini, Presidente Nazionale LILA, “occorre una radicale inversione di marcia se non si vogliono annullare i progressi fatti. Prevenire, trattare, combattere lo stigma e il sommerso, investire sulla salute delle persone vuol dire rispettare i diritti umani ma anche ridurre i costi sociali e sanitari dell’HIV”.

Complice la drammatica assenza di efficaci campagne di prevenzione, la trasmissione del virus continua a verificarsi, segnala UNAIDS, soprattutto tra chi non conosce il proprio stato sierologico. In Italia si stima che almeno una persona con HIV su quattro non sia consapevole del proprio stato sierologico. Per questo, secondo la LILA, è fondamentale implementare e incoraggiare l’accesso al test in tutte le sue modalità anche in contesti non sanitari, servizio che la LILA stessa offre da alcuni anni in varie città italiane.

Una notizia importante e significativa da divulgare in questa giornata contro l’AIDS è che lo scorso 12 novembre le principali comunità scientifiche italiane di studio e ricerca sull’HIV, SIMIT e ICAR, riunite con associazioni e community, hanno finalmente riconosciuto in via ufficiale la validità del principio U=U, Undetectable=Untrasmittable, ossia non rilevabile=non trasmissibile. Ossia la scienza ha dichiarato che una persona con HIV in terapia efficace e viremia non rilevabile, non trasmette il virus. In questo modo, la terapia ART diviene così, anche un potentissimo strumento di prevenzione (TasP, Treatment as Prevention). In Italia la stragrande maggioranza delle persone con HIV in terapia si trova in stato di non infettività. Dato importante da divulgare  nell’opinione pubblica per incoraggiare le persone ad affrontare il test e, in caso di positività, ad accedere subito alle terapie Antiretrovirali. La LILA comunica quindi, la fondamentale importanza di un tempestivo accesso alle terapie per tutelare al meglio la salute delle persone con HIV e per evitare che il virus possa essere trasmesso inconsapevolmente ad altri. U=U si dimostra inoltre, un’arma fondamentale contro i pregiudizi che ancora gravano su chi vive con l’HIV.


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